Frasi di Marguerite Yourcenar: aforismi, citazioni

Frasi Di Marguerite Yourcenar
Frasi di Marguerite Yourcenar

Citazioni, aforismi e frasi di Marguerite Yourcenar, scrittrice francese nata il 8 giugno 1903 a Bruxelles, in Belgio, e morta il 17 dicembre 1987 a Mount Desert Island, negli Stati Uniti. E’ nota soprattutto per il suo romanzo storico “Memorie di Adriano”, una ricostruzione immaginaria della vita e del pensiero dell’imperatore romano Adriano. Gran parte dei suoi scritti sono caratterizzati da una grande attenzione al dettaglio storico e dalla profondità psicologica dei vari personaggi.

Oltre a “Memorie di Adriano”, Yourcenar ha scritto numerosi altri romanzi, racconti, saggi e opere teatrali. Alcuni dei suoi lavori più noti includono “L’opera al nero” (1968), “L’opera al bianco” (1971) e “L’opera all’acqua forte” (1988), che compongono la trilogia “Le opere al nero”. Ha anche esplorato temi come l’identità, la morte, la filosofia e l’arte nella sua opera.

La scrittura di Yourcenar è caratterizzata da uno stile elegante e riflessivo, con una profonda indagine filosofica e un’attenzione scrupolosa ai dettagli storici. I suoi lavori spesso esplorano la condizione umana, la ricerca della verità e la complessità delle relazioni umane.

Marguerite Yourcenar ha lasciato un’impronta significativa nella letteratura francese e nel panorama letterario internazionale. La sua opera continua ad essere studiata e apprezzata per la sua profondità intellettuale e la bellezza della sua prosa.

– La passione ha bisogno di grida, l’amore spesso si compiace di parole, ma la simpatia può essere silenziosa.

– La memoria della maggior parte degli uomini è un cimitero abbandonato, dove giacciono senza onori i morti che essi hanno cessato di amare.

– I libri non contengono la vita; non ne contengono che la cenere; è, immagino, ciò che si chiama l’esperienza umana.

– L’infanzia e la vecchiaia non solo si ricongiungono ma sono i due stati più profondi che è dato di vivere.

– Forse è la cosa migliore non accorgersi delle lacrime quando non si ha il potere di consolarle.

– La vittoria e la disfatta sono mescolate, confuse, raggi differenti di uno stesso giorno solare.

– La sofferenza che si cagiona è l’ultima di cui ci si accorge.

– Ci pare sempre di essere vissuti a lungo nei luoghi in cui abbiamo vissuto intensamente.

– Alcuni, di fronte alla malvagità e alla cattiveria, si ritraggono non per viltà ma per ripugnanza a discutere con un insolente.

– Ciascuno di noi ha più qualità di quel che non si creda, ma solo il successo le mette in luce.

– La carne, il sangue, i visceri, tutto ciò che ha palpitato e vissuto gli ripugnavano…poiché alla bestia duole morire come all’uomo, e gli dispiaceva digerire agonie.

– So che non so quel che non so; invidio coloro che sapranno di più, ma so che anch’essi, come me, avranno da misurare, pesare, dedurre e diffidare delle deduzioni ottenute, stabilire nell’errore qual è la parte del vero e tener conto nel vero dell’eterna presenza di falso.

– Modesti sono coloro che hanno una tranquilla fiducia in sé stessi.

– Avere ragione troppo presto significa avere torto.

– Ho cercato la libertà più che la potenza e questa solo perché in parte assecondava la prima.

– Mi sono guardato bene dal fare della verità un idolo; ho preferito lasciarle il nome più umile di esattezza.

– Lo scopo di ogni scrittore: comunicare un’impressione che non si potrà più dimenticare.

– Il vero luogo natio è quello dove per la prima volta si è posato uno sguardo consapevole su sé stessi: la mia prima patria sono stati i libri.

– Agire e pensare come tutti non è mai una garanzia e non è sempre una giustificazione.

– Non vedo perché il piacere, in quanto pura sensazione, debba essere un male, mentre non si disprezza il dolore che è pure una sensazione.

– È nel momento in cui si respingono tutti i princìpi che occorre fornirsi di scrupoli.

– La parola scritta mi ha insegnato ad ascoltare la voce umana.

– Le cose, nella vita, non sono mai troppo precise; ed è mentire dipingerle nude, poiché non le vediamo mai se non in una nube di desiderio.

– La vita è qualcosa di più della poesia; è qualcosa di più della fisiologia e persino della morale, in cui ho creduto per molto tempo. E’ tutto ciò e molto di più ancora: è la vita. E’ il solo nostro bene e la sola nostra maledizione.

– Qualunque cosa si faccia e ovunque si vada, dei muri ci si levano intorno creati da noi, dapprima riparo e subito prigione.

– Chi ama il bello, finisce per trovarne ovunque, come un filone d’oro che scorre anche nella ganga più ignobile.

– Ogni uomo, senza saperlo, cerca nella donna soprattutto il ricordo del tempo in cui lo abbracciava sua madre.

– Non doveva servirsi di parole, sempre troppo esatte per non essere crudeli, ma semplicemente di musica, perché la musica non è indiscreta e, quando si lamenta, non dice il perché.

– Quando si ama la vita, si ama il passato, perché questo è quanto è sopravvissuto nella memoria umana.

– Di saggezze ce n’è più d’una, e tutte sono necessarie al mondo; non è male che esse si avvicendino.

– La riflessione profonda, se espressa, cade facilmente nel luogo comune.

– Piccola anima smarrita e soave, compagna e ospite del corpo, ora t’appresti a scendere in luoghi incolori, ardui e spogli, ove non avrai più gli svaghi consueti.

– Ho sempre pensato che la musica dovrebbe essere solo lo straripare di un grande silenzio.

– I crimini scandalosi, facilmente punibili, son poca cosa di fronte alle mille e mille angherie oscure, perpetrate ogni giorno da persone cosiddette perbene, ma dal cuore arido, che nessuno si sogna di molestare.

– La crudeltà è un lusso da oziosi, come le droghe e le camicie di seta.

– Non c’è nulla di più fragile dell’equilibrio dei bei luoghi. Le nostre interpretazioni lasciano intatti persino i testi, essi sopravvivono ai nostri commenti; ma il minimo restauro imprudente inflitto alle pietre, una strada asfaltata che contamina un campo dove da secoli l’erba spuntava in pace creano l’irreparabile. La bellezza si allontana; l’autenticità pure.

– “Il mondo è bello perché è vario”: non c’è detto più popolare, ma non c’è nemmeno detto contro cui si scagliano maggiormente le animosità e i pregiudizi.

– Il nostro errore più grave è quello di cercare di destare in ciascuno proprio quelle qualità che non possiede, trascurando di coltivare quelle che ha.

– Un guscio di indifferenza talvolta circonda l’infanzia e la difende dalle provocazioni degli adulti.

– Costruire, significa collaborare con la terra, imprimere il segno dell’uomo su un paesaggio che ne resterà modificato per sempre; contribuire inoltre a quella lenta trasformazione che è la vita stessa delle città.

– La castità, che da giovane aveva considerato una superstizione da combattere, gli appariva ora uno dei volti della serenità: assaporava la fredda conoscenza che si ha degli esseri quando non li desideriamo più.

– Quando tutti i calcoli astrusi si dimostrano falsi, quando persino i filosofi non hanno più nulla da dirci, è scusabile volgersi verso il cicaleccio fortuito degli uccelli, o verso il contrappeso remoto degli astri.

– Amo quello che il tempo ci porta, non quello che ci prende.

– Aveva ragione Cesare a preferire d’essere il primo in un villaggio che il secondo a Roma. Non per ambizione o per vanagloria, ma perché chi occupa un ruolo secondario non ha altra scelta se non tra i pericoli dell’obbedienza, quelli della rivolta e quelli, ancor più gravi, del compromesso.

– In genere, a guardare spassionatamente, nella famiglia c’è molto più ostilità, tirannia verso i figli soprattutto che non amore, tenerezza, comprensione. Il pericolo di scaricare i propri sentimenti e desideri di violenza all’interno della famiglia è molto forte.

– Ripugna allo spirito umano accettare la propria esistenza dalle mani della sorte, esser null’altro che il prodotto caduco di circostanze alle quali nessun dio presieda.

– Ogni piacere si arricchisce del ricordo di piaceri trascorsi.

– L’uomo appassionato di verità, o, se non altro, di esattezza, il più delle volte è in grado di accorgersi, come Pilato, che la verità non è pura.

– Ci sarebbero meno bambini martiri se ci fossero meno animali torturati, meno vagoni piombati che trasportano alla morte le vittime di qualsiasi dittatura, se non avessimo fatto l’abitudine ai furgoni dove gli animali agonizzano senza cibo e senz’acqua diretti al macello.

– Sapevo che il bene e il male sono una questione d’abitudine, che il temporaneo si prolunga, che le cose esterne penetrano all’interno, e che la maschera, a lungo andare, diventa il volto.

– Non è stata troppa un’intera vita spesa a confrontarci l’un l’altro su questo mondo dove noi siamo e questo mondo che siamo noi.

– Per me, la morte sarà di pietra. Conosco le passerelle, i ponti girevoli, le trappole, tutte le zappe della Fatalità. Non mi ci posso perdere. La morte, per uccidermi, avrà bisogno della mia complicità.

– Di saggezze ce n’è più d’una, e tutte sono necessarie al mondo; non è male che esse si avvicendino.

– Ogni uomo, nel corso della sua breve esistenza, deve scegliere eternamente tra la speranza insonne e la saggia rinuncia a ogni speranza, tra i piaceri dell’anarchia e quelli dell’ordine, tra il Titano e l’Olimpico. Scegliere tra essi, o riuscire a comporre, tra essi, l’armonia.

– Ogni felicità è un capolavoro: il più piccolo errore lo falsa, la più piccola esitazione lo altera, la più piccola pesantezza lo guasta, la più piccola sciocchezza l’istupidisce.

– Non c’è nulla da temere. Ho toccato il fondo. Non posso cadere più in basso del tuo cuore.

– Tutti saremmo trasformati se avessimo il coraggio di essere ciò che siamo.

– La parola scritta m’ha insegnato ad ascoltare la voce umana, pressappoco come gli atteggiamenti maestosi e immoti delle statue m’hanno insegnato ad apprezzare i gesti degli uomini.

– Non esageriamo con l’ipocrisia degli uomini la maggior parte pensa troppo poco per pensare doppio.

– Non esiste un amore infelice: non si possiede se non ciò che non si possiede. Non esiste un amore felice: ciò che si possiede non lo si possiede più.

– Ci sono in ogni epoca degli individui che non pensano come tutti, cioè che non pensano come coloro che non pensano affatto.

– Il vero luogo natio è quello dove per la prima volta si è posato uno sguardo consapevole su se stessi: la mia prima patria sono stati i libri.

– Feci ridurre il numero insolente delle vetture a cavalli che ingombravano le nostre strade: è il lusso della velocità che si annulla da sé, dato che un pedone supera cento vetture quando sono l’una in fila all’altra nelle svolte della Via Sacra.

– Si arriva vergini a tutti gli avvenimenti della vita.

– Credo che in ogni vita ci siano periodi in cui un uomo esiste realmente, e altri in cui egli non è che un agglomerato di responsabilità, di fatiche e, per le teste deboli, di vanità.

– Confesso che la ragione si smarrisce di fronte al prodigio dell’amore.

– Pochissimi sanno essere liberi e pochissimi sanno cosa vuol dire esserlo.

– Dove trovare scampo? Tu riempi il mondo. Non posso fuggire che in te stesso.

– Non si comprende la malattia se non si coglie la sua singolare affinità con la guerra e con l’amore, se non si riconoscono i compromessi, le finte, le necessità assolute, mescolati nello bizzarro e irripetibile amalgama di un temperamento e di un male.

– Qualsiasi felicità è un capolavoro: il minimo errore la falsa, la minima esitazione la incrina, la minima grossolanità la deturpa, la minima insulsaggine la degrada.

– Sembra esserci nell’uomo, come nell’uccello, un bisogno di migrazione, una vitale necessità di sentirsi altrove.

– Cessare di essere amata, significa diventare invisibile. Tu non ti accorgi più che io abbia un corpo.

– Più sincero della maggior parte degli uomini, confesso senza reticenza le cause segrete di questa felicità: quella calma, tanto propizia alle opere e alle discipline dello spirito, mi sembra uno degli effetti più belli dell’amore.

– Fondare biblioteche è un po’ come costruire ancora granai pubblici: ammassare riserve contro l’inverno dello spirito.

– Che cos’è l’insonnia se non la maniaca ostinazione della nostra mente a fabbricare pensieri, ragionamenti, sillogismi e definizioni tutte sue, il suo rifiuto di abdicare di fronte alla divina incoscienza degli occhi chiusi o alla saggia follia dei sogni?

– Un cuore, una cosa piuttosto sudicia. Di competenza della tavola anatomica e della vetrina del macellaio. Preferisco il tuo corpo.

– Si può essere felici senza mai smettere di essere tristi.

– Un figlio è un ostaggio. La vita ci ha catturati.

– Gli animali hanno propri diritti e dignità come te. È un ammonimento che suona quasi sovversivo. Facciamoci allora sovversivi: contro ignoranza, indifferenza, crudeltà.

– Amare a occhi chiusi significa amare come un cieco. Amare a occhi aperti forse significa amare come un folle: accettare a fondo perduto. Io ti amo come una folle.

– Abbiamo l’abitudine di parlare come se le tragedie si svolgessero nel vuoto: ma chi le condiziona è lo sfondo.